Il Giardino dei Ciliegi
una storia, una pratica politico-culturale
“Un giorno, di cui non posso scrivere al presente, i ciliegi saranno fioriti”, è l’inizio del romanzo Guasto di Christa Wolf (1987), dopo una delle più grandi catastrofi ecologiche, Cernobyl, sinonimo di guasto capace di investire il futuro del pianeta: la scrittura di Wolf cerca di affrontare l’angoscia immaginando un mondo differente, da qui il giardino dei ciliegi, una teoria/pratica politica che dal 1988 vuole cotribuire a cambiare la società ed i rapporti fra donna e donna, fra donna e uomo, fra divers*, come mostra l’Annuario che ogni anno racconta gli incontri organizzati.
La storia del Giardino è segnata anche dai conflitti per tenerlo in vita, dal nomadismo fra sedi diverse ma soprattutto dalle relazioni. Così il Giardino è diventato sempre più un collettivo di lavoro che si articola in una pluralità di iniziative e progetti, perché nomadi siamo fra culture, realtà, problematiche. Dai temi dell’intercultura e della pace, alla qualità del vivere urbano, ai testi femminili di culture differenti, il Giardino, crocevia di esperienze e di elaborazioni, ha accolto nel tempo – e continua a farlo – momenti di riflessioni, performance, incontri, dibattiti.
(continua)
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