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Autore

Edoardo Salzano

FONDAMENTI DI URBANISTICA

I temi principali del governo pubblico del territorio alla luce del loro contesto storico. L'urbanistica italiana dell'ultimo mezzo secolo e le prospettive di riforma.

da Edoardo Salzano, Fondamenti di urbanistica,

Grandi Opere, Editori Laterza, 1998.

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Inviato il 15/02/2021

da Giuliano Beneforti




PREMESSA

 

Questo libro vuole fornire una serie di conoscenze basilari sull’urbanistica, inserendole nel percorso storico della vicenda del rapporto tra uomo (società) e territorio. L’urbanistica moderna nasce infatti, nella fase della maturità del sistema capitalistico-borghese, quando un intero processo storico sembra essere giunto a un suo punto di crisi: quando il conflitto tra il carattere strutturalmente comunitario, collettivo, sociale della città, e l’individualismo tipico di quel sistema, fa emergere pesanti effetti di disfunzione organizzativa e di disagio sociale.

   Una lunga, plurisecolare accumulazione storica genera insomma la città, geniale costruzione della civiltà. La crescita impetuosa dello sviluppo produttivo, e la crisi che tale sviluppo provoca, generano l’urbanistica moderna.
È a questo doppio processo storico che occorre riferirsi, per comprendere i fondamenti dell’urbanistica quale oggi viene praticata. Nella consapevolezza che - come afferma Giambattista Vico nel brano posto in epigrafe- la natura è implicita nella loro origine: nel modo e nel tempo in cui esse nascono, talchè senza comprendere la loro radice, la loro ragione storica, non è possibile comprendere la loro attuale natura.
   A mo’ di introduzione, quasi come premessa allo svolgimento storico, è opportuno per altro esprimere alcune valutazioni sulla città, e sul territorio, così come essi oggi si presentano. È opportuno insomma parlare della città così come possiamo vederla e comprenderla oggi. Se ne parla, nel primo capitolo, ricordando sempre l’intreccio tra polis e urbs, tra politica e urbanistica, tra l’organizzazione della società, i conflitti, poteri e aspirazioni che in essa si muovono, e gli assetti funzionali e formali che la città (e il territorio urbanizzato) assumono. Quell’intreccio che è alla radice dell’urbanistica, che è la sua stessa ragione.
Nei successivi capitoli secondo e terzo si dà conto sinteticamente del lungo percorso di trasformazione delle società e dell’economia che hanno, al tempo stesso, preteso e sorretto la graduale nascita delle città e che poi, conducendola all’apogeo della sua potenza, ne hanno aperto la crisi. Di questa crisi si cerca di comprendere le ragioni di fondo e, nel farlo, si informa sulle diverse strade che furono tentate, nel corso di quel secolo grande e complesso che fu l’Ottocento, per riscattare la città (e la società) dalla sua crisi: spiegando con ciò stesso, come e perché, è nata l’urbanistica moderna.
I successivi capitoli sono dedicati all’esame degli attrezzi di cui può giovarsi l’urbanista, oggi in Italia. Fedeli all’assunto vichiano (“natura di cose altro non è nascimento di esse”), si cerca di far comprendere a che cosa servono e come possono essere adoperati raccontando le ragioni per le quali furono predisposti, e quindi descrivendoli in relazione al particolare periodo storico in cui sono nati. Anche in quella parte del libro si segue perciò un taglio storico: più modestamente, si segue lo sviluppo cronologico degli avvenimenti che hanno inciso sul fare urbanistica, L’ultimo capitolo è dedicato invece ad alcune questioni, per così dire, de urbanistica condeda, dell’urbanistica da fare: delle proposte, tentativi, idee che sono maturate e stanno maturando per aggiornare, migliorare, rendere più compiuto e utile il rapporto dell’urbanistica al cammino della società.
Gli attrezzi dell’urbanistica italiana – come del resto di quella europea – sono finalizzati al miglior governo del territorio nell’ambito di un rapporto tra pubblico e privato nel quale è il primo a dettare le regole del gioco, sulla base dei principi della democrazia parlamentare e della distinzione dei poteri. L’urbanistica, insomma, è lo strumento tecnico mediante il quale gli istituti della democrazia determinano la cornice (le finalità, le condizioni, le strategie, le regole) delle azioni di trasformazione del territorio promosse da una vasta pluralità di soggetti. Essenziale, allora, per un’urbanistica operativa, è la norma: come fonte del proprio potere e come insieme di garanzie dei soggetti in vario modo coinvolti.
La storia e la norma: questi sono insomma i due criteri ordinatori del libro. Criteri che ho scelto – spero a questo punto sia chiaro – non essendo né uno storico (o particolarmente colto in storia) né un giurista (o particolarmente colto nel diritto), ma semplicemente perché, in quanto urbanista, so di non poterlo essere senza rispettare, e conoscere, sia l’una che l’altra disciplina.
 
Il libro è stato costruito a partire dalle dispense delle lezioni di Fondamenti di urbanistica, che ho tenuto al Corso di Laurea in Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale dell’istituto universitario di architettura di Venezia. I miei interlocutori erano studenti del primo anno, “matricole”: da ciò il carattere molto didascalico delle parti che sono rimaste più fedeli ai testi originari. In qualche modo, gli studenti che hanno seguito il mio corso dal 1993 a oggi sono stati i primi collaboratori di questo libro, e di ciò li ringrazio.
Vezio De lucia, Matelda Reho e Mauro Baioni hanno avuto la pazienza di leggere più volte le prime stesure del libro e mi hanno dato suggerimenti preziosi, sollecitandomi a sviluppare argomenti che erano trattati in modo superficiale o che erano del tutto trascurati. Li ringrazio molto, come ringrazio Luigi Scano che ha verificato e corretto tutti i riferimenti giuridici, e non solo.
A Marco Mulazzani devo la paziente raccolta delle immagini che illustrano e commentano il testo; all’Archivio progetti dell’Iuav e a Bruno Dolcetta, direttore del Dipartimento di urbanistica e depositario del Fondo Giovanni Astengo, devo la possibilità di utilizzare alcuni materiali di quest’ultimo.
Non posso comunque licenziare questo libro senza ricordare che presso la Casa editrice Laterza è stato stampato, quasi trent’anni fa, il mio primo libro: Urbanistica e società opulenta, che uscì con una copertina dai bei colori (blu e verde) nel lontano 1969, e i cui temi sono in qualche modo al fondo di questo libro. Voglio ricordare Franco Rodano e Claudio Napoleoni, cui di questo libro sono debitore.
Ai ringraziamenti, com’è ovvio, non corrisponde alcuna chiamata di correo: delle tesi e del loro sviluppo, delle omissioni e degli errori, delle semplificazione e delle ridondanze sono naturalmente il solo responsabile.
 

 

(da completare con l'indice dei capitoli e con altri estratti)

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