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Stefania Consigliere


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Stefania Consigliere

FAVOLE DEL REINCANTO

Inviato da Tamara Alderighi

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Contributi ai processi di liberazione
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L’articolo argomenta come il fascismo sia l’esito della modernità e come i suoi presupposti cognitivi ed emotivi siano attivi dentro tutti noi moderni. Una modernità che si presenta a noi come la realtà di un mondo trionfante scaturito da un sogno di universale emancipazione dalle pastoie della minorità; che ha preso forma in Europa fra Cinquecento e Settecento, grazie al convenire di tre giganteschi processi storici (colonialismo, capitalismo e scienza) e che ha strutturato il tipo di soggettività e il potente dispositivo di centralizzazione ad essi necessario (ad es., senza la scienza non sarebbe stata possibile l’oggettivazione del mondo). Modernità come sistema di dominio, dunque, il cui tratto specifico è la propensione al totalitarismo dell’esistente (oggi “globalizzazione”), che per potersi fare orizzonte unico, ha distrutto ogni molteplicità, sbarrato l’accesso a ciò che le rende possibili e attivato lo schermo del disincanto, che diventa l’orizzonte valoriale assoluto e isola tutti da tutti in una presunta autosufficienza. La soggettività moderna si crede quindi del tutto autonoma e fondata su se stessa. Dal mondo scompaiono i fili che uniscono umani e non umani in trame ecologiche di senso e di esistenza, rimpiazzati da un unico cavo d’acciaio che vincola tutti al mercato. La paralisi dell’immaginazione politica, che funesta la contemporaneità, deriva da questa castrazione. Oggi è la metafisica dei moderni, articolata in un sistema di opposizioni binarie (natura/cultura, umano/animale, corpo/mente, verità/opinione, civiltà/barbarie) il maggiore ostacolo alla possibilità di sentire, conoscere e vivere altrimenti.

 




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Stefania Consigliere

GLI ALTRI ROMANTICI

Inviato da Tamara Alderighi

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Contributi ai processi di liberazione
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A partire dalla costernazione che Collège de Sociologie suscita in Walter Benjamin e dall'apparente "doppia vita" politica di alcuni importanti pensatori del XX secolo, il documento esplora una sottile affinità genealogica tra il fascismo e la rivoluzione libertaria/utopica/comunista. Per quanto disturbante, quest'affinità deriva dai presupposti romantici comuni a entrambe le linee di pensiero. Tale affinità dev'essere analizzata fin nel profondo, se non vogliamo abbandonare ogni possibilità di una critica anti-moderna del mondo contemporaneo.

Più in particolare, il testo esplora i diversi atteggiamenti nei confronti della possibilità di (e dei mezzi per) reincantare il mondo.