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Autore

Marcello Buiatti

SCIENZA E SCIENTISMO

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Inviato il 6/12/2019




                             

Da quando la specie Homo sapiens è diventata tale, gli umani hanno cominciato ad osservare e studiare la materia vivente e non vivente che li circondava per trarne indicazioni sui modi migliori per adattarsi all’ambiente ma lo hanno fatto probabilmente fin dall’inizio con due modi di pensare diversi, derivanti da due concezioni opposte del nostro Pianeta e dei viventi che lo abitano. Da un lato ci sono state persone, con un buon rapporto con la materia vivente e anche non vivente, che ne studiavano il continuo cambiamento per capire come adattarsi al contesto in un rapporto positivo e cosciente momento per momento. Dall’altro invece, una parte degli umani, che del cambiamento non afferravano la bellezza ma anzi avevano paura, si è inventata la esistenza di “soggetti” in qualche modo esterni alla natura ma in grado di controllare rigidamente il Pianeta con leggi ben definite, in modo da togliere ogni incertezza e sollevare quindi gli esseri umani dalla necessità di accollarsi le proprie vite e quelle dei loro simili. Per molto tempo allora i problemi delle vite sono stati affidati a entità non umane, gli Dei, ognuno con un settore della natura da controllare come è successo ad esempio nella Grecia antica in cui Diana era la Dea della caccia, Nettuno controllava il mare, Eolo il vento e così via. Gli esseri umani, liberi da ogni responsabilità, si limitavano allora a “parlare” con gli Dei cercando di condizionarli in modo da risolvere i loro singoli e comuni problemi se necessario “corrompendoli” e gratificandoli con appositi doni e sacrificando animali e in alcuni casi anche uomini e donne. Nacquero così le religioni che noi vanitosi occidentali monoteisti consideriamo adesso “primitive”, e questo soprattutto perché abbiamo sostituito ad una organizzazione complessa di Dei, ognuno con una sua funzione materiale specifica in qualche modo direttamente legata alle realtà materiali, un solo Dio dotato di un suo carattere fortemente umanizzato soprattutto nelle religioni cristiane, molto meno in quella ebraica. Il Dio del monoteismo é infatti un Dio onnipotente, unico creatore dell’universo e quindi della Terra, detentore di leggi e precetti da seguire, pena la morte o una qualche terribile altra disgrazia durante la vita o dopo di essa, ma capace, se invocato e seguito, di dirigere positivamente le nostre vite, senza la fatica di combattere singolarmente e collettivamente per sopravvivere bene e per un tempo più lungo possibile. Nessuna responsabilità degli umani quindi sui problemi terrestri, ma semplicemente ubbidienza ai precetti del Signore, spesso descritto semplicemente come un umano di capacità e potenza infinitamente superiori a quelle di Homo sapiens in carne ed ossa. Il quale Homo sapiens, tuttavia, visto che il Dio del monoteismo è in fondo abbastanza umano, ha pensato bene, nella epoca moderna, di credere  di poterlo imitare in tutto ispirandosi in qualche modo al personaggio di Prometeo senza pensare troppo alla fine che questo ha fatto nella mitologia proprio per la sua superbia. Nasce così lo scientismo, ben diverso dalla scienza vera e propria, prodotto di “uomini-Dei”, gli scientisti, che si sostituiscono a Dio nel controllo del Pianeta ed eventualmente dell’Universo intero. Scientismo quindi e non Scienza, che è invece tale proprio perché non punta a scoprire una sola ed apodittica verità locale ma ricerca continuamente di comprendere nuove delle infinite caratteristiche della multiversa realtà materiale. In altre parole gli scienziati veri sono ben coscienti di non poter arrivare a conoscere tutto e infatti si chiamano “ricercatori” proprio perché non hanno trovato il tutto né pensano in alcun modo di poterlo raggiungere. E’ stata infatti proprio la scienza vera che ha scoperto i cosiddetti “sistemi complessi” e la loro “intrinseca imprevedibilità”. Questa scoperta la aveva fatta molto tempo fa un francese, Poincarè, che aveva dimostrato matematicamente che la dinamica, anche di un sistema di solo tre corpi interagenti fra di loro, non è mai completamente prevedibile. E’stato poi Lorenz, un fisico metereologo, che nel 1963 ha ampliato e formalizzato quanto aveva intuito il collega francese matematico, fisico teorico e filosofo naturalista. Queste scoperte hanno permesso di studiare in un modo nuovo la dinamica di tutti i sistemi costituiti da elementi connessi e in particolare quelli viventi sfatando la precedente concezione meccanica. La nuova visione ha avuto purtroppo molta difficoltà ad affermarsi perché certamente non è rassicurante come una religione con i suoi dogmi, né come la visione precedente di una vita e non vita programmate dall’uomo senza conseguenze negative. Per quanto riguarda la vita il simbolo dello scientismo è ben raffigurato dalla “santificazione” di una sola molecola , il DNA, in cui ci sarebbe il programma completo dei comportamenti individuali e collettivi e che sarebbe modificabile a volontà o eliminando i viventi “non voluti” con il sistema della selezione artificiale o cambiando o geni non voluti sostituendoli con altri “migliori”.E infatti é lo scientismo che ha impedito a lungo il diffondersi della concezione di una materia vivente o anche non vivente non totalmente controllabile e conoscibile, e coerentemente con questo pensiero che ancora oggi gli scientisti, che hanno poco a che fare ormai con la scienza attuale, si sono riuniti in vere e proprie chiese e confraternite che affermano singole verità insindacabili e odiano la diversità e la capacità di cambiare, senza comprendere che invece sono queste le basi della sopravvivenza in ambienti inevitabilmente cangianti. Non è per caso allora che la religione scientista abbia trovato molto spazio negli ambienti di produttori di macchine e strutture di ogni tipo in quanto queste sono fatte di componenti non interagenti e quindi controllabili e vendibili. Ne sono un esempio molto noto le cosiddette piante geneticamente modificate o OGM, prodotti costruiti come se le piante fossero macchine costituite di pezzi indipendenti (i geni) che possono essere cambiati con altri senza effetti secondari negativi per la vita degli OGM e eventualmente per gli altri viventi ad essi connessi. Un OGM infatti è una normale pianta in cui è stato inserito un gene (un pezzo di DNA) che viene da un batterio o da altre piante o anche da animali. Ora, il DNA da solo è la molecola più inerte fra tutte quelle che sono presenti in un organismo ma se un suo pezzo ( un gene) viene attivato da segnali esterni, produrrà una “proteina” e cioè uno degli strumenti che ci “auto-costruiscono”. In altri termini una proteina è una molecola che ne modifica altre grandi e piccole molecole tutte importanti per le nostre vite. Il DNA quindi non è un programma fisso per le nostre vite, ma ci permette di produrre circa un milione di diverse proteine ognuna con una sua funzione da usare in momenti diversi delle nostre vite a seconda del contesto. Detto in altre parole si può dire che il DNA ci permette di avere degli strumenti come quelli che ha un muratore che con gli stessi attrezzi può costruire moltissime case diverse sulla base delle indicazioni di un architetto o di quello che gli fa più comodo. Anche gli esseri viventi hanno, grazie al DNA che posseggono la possibilità di avere tantissime proteine ma in questo caso non esiste nessun architetto che progetta la “casa” e cioè l’organismo intero che invece cambia continuamente soprattutto per far fronte ai continui cambiamenti esterni e restare quindi vivo. Ad esempio quando fa caldo noi sudiamo per raffreddarci e invece usiamo gli zuccheri che abbiamo nel nostro corpo per mantenere la nostra temperatura interna sufficientemente alta quando fa freddo. Nessun architetto è in grado di prevedere quando farà caldo e quando farà freddo o quando un animale deve correre per scappare da un nemico o quando un umano dice certe parole e non altre e così via. Le nostre vite quindi sono imprevedibili come lo è il contesto e anzi noi si sopravvive solo se siamo duttili e capaci continuamente di cambiare. Per questo naturalmente abbiamo però bisogno di strumenti del nostro corpo e non di quelli di altri esseri viventi che con esso  non sono intercambiabili. Non stiamo bene infatti se al posto di un braccio ci viene una zampa di topo o un flagello di un batterio o il naso ci diventa grande come quello di un elefante, cosa che potrebbe succedere se nel nostro DNA fosse stato infilato un gene proveniente da un topo o da un elefante o un batterio. Questo ovvio ragionamento sembra essere stato dimenticato dagli scientisti che, convinti di essere architetti degli esseri viventi, hanno invece creduto che si potesse tranquillamente cambiare una zampa con una ruota o viceversa. E’ così successo che i soliti scientisti hanno pensato di utilizzare le tecniche che permettono l’inserimento di un pezzo di DNA appartenente ad un organismo in un altro che invece normalmente non lo possedeva nel suo patrimonio ereditario per ridurre la fame nel Mondo producendo animali e piante più grandi e prolifici. Come appare ovvio da quello che si è ora discusso la fame nel Mondo alla lunga è solo aumentata e solo quattro piante di interesse agronomico delle migliaia tentate sono state modificate mantenendole sufficientemente produttive, per soli due caratteri dagli anni “80 del secolo scorso ad ora, mentre altri innumerevoli tentativi sono falliti perché i geni introdotti hanno interagito in modo non previsto con la pianta ospite. Non solo, ma i pochissimi OGM in commercio in alcuni Paesi del nostro pianeta non sono sicuri dal punto di vista alimentare nonostante le proteste dei nostri amici scientisti ben foraggiati dalle grandi multinazionali che detengono i brevetti e quindi ricevono soldi dalla cresta che gli viene dai soldi scambiati con vendita delle quattro specie citate e cioè mais, colza, cotone, soia. Non solo ma queste stesse imprese sono diventate potentissime sul terreno della finanza e non della economia reale, tanto da infiltrarsi, come fanno anche le imprese farmaceutiche, nelle agenzie di controllo della sicurezza alimentare che, non a caso, non usano laboratori indipendenti per controllare quello che dicono le multinazionali. Del resto, se guardiamo anche ad altri risultati della applicazione della ideologia scientista, vediamo che ha provocato altri disastri molto superiori a quelli ora citati, a cominciare dal cambiamento climatico, all’inquinamento, ecc., dovuti proprio alla tentata “macchinizzazione” da parte degli “umani-Dei”, dell’intero pianeta e dei viventi che ancora ci abitano. La vita che ancora resiste non la abbiamo perché siamo onnipotenti ma grazie alla nostra enorme capacità di cambiamento e di adattamento a tutto e persino ai danni provocati daglli scientisti. E’ quindi, come i lettori di questo giornale sanno bene, la libertà di pensiero e di azione che ci fa essere vivi mentre i dogmi di ogni genere, quelli degli scientisti inclusi, non sono altro che portatori di sofferenza e morte. Contro questo “gli uomini e le donne di buona volontà” devono combattere, godendo della vita vera, quella che cambia sempre in modo gioioso e si auto-costruisce continuamente utilizzando e conservando la diversità dei viventi e la felice impossibilità di predire il futuro.                  

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