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Autore

Giuliano Beneforti

Autobiografia




 

L’ A U T O R E

Nasce nel 1939 a Pistoia da famiglia operaia.

Da adolescente interrompe gli studi scolastici.

Autodidatta, nella vita come nella espressione artistica, si iscrive da adulto alla Facoltà di Architettuta di Firenze, dopo aver lavorato come disegnatore in diversi studi, fra cui quello dell’architetto Giovanni Michelucci.

Alla fine degli anni sessanta è protagonista del movimento studentesco fiorentino.

Si laurea nel 1969 con una tesi di storia e sviluppo urbanistico della città di Pistoia, successivamente riordinata e pubblicata in alcuni libri.

Subito impegnato professionalmente come direttore del Piano Intercomunale di Pistoia e in seguito come dirigente dell’Ufficio di Urbanistica Commerciale della Regione Toscana.

Prestato alla politica, inizia la sua attivita istituzionale come Assessore all’Urbanistica, prima  del Comune di Pistoia e poi della Regione Toscana.

Interrompe l’attività istituzionale nel 1990.

Si dedica allo studio e all’insegnamento della navigazione a vela. In barca a vela attraversa gli Oceani Atlantico e Pacifico. Rimane per un lungo periodo in Indonesia e in America latina.

Successivamente destina il proprio tempo ad attività professionali istituzionali (come funzionario provinciale) e volontarie (come consulente del Comune di Pistoia) e al disegno digitale.

 

 

L’ O P E R A

Dopo l’abbandono della scuola, riprende gli studi da privatista, conseguendo il diploma di geometra e la maturità artistica necessaria per l’iscrizione alla Facoltà di Architettura.

Si avvicina all’espressione artistica frequentando la scuola di nudo presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze. Conosce qui la sinuosità del corpo femminile che costituisce una parte importante delle basi linguistiche dei suoi disegni in bianco e nero e dei successivi digitali cromatici.

La sua attività espressiva trova la tecnica adeguata con l’uso di Photoshop, uno strumento adeguato ad una ricerca maniacale di ordine e pulizia, che permette la definizione fino ai minimi dettagli e consente l’invenzione di una molteplicità di segni elementari specifici: le parole con cui sono costruite le opere.

 

Connotati:

  • ricerca  di segni  nuovi e sempre più complessi; un insieme di segni razionalmente elaborati -che costituiscono l’alfabeto del comporre con  regole sintattiche complesse- guida alla formulazione di un discorso grafico molto elaborato;
  • astrazione e realtà deformata; le forme astratte del linguaggio tendono a rappresentare immagini di una realtà memorizzata in un bagaglio accumulato negli anni attraverso lo studio della storia dell’arte e  le di.visioni imposte della realtà quotidiana;
  • il disegno come rappresentazione di immagini e forme scaturite direttamente dall’inconscio, mediate e controllate dalla razionalità.
  • più disegno colorato che pittura; i colori servono ad evidenziare ed arricchire l'espressività del disegno;

 

La psicanalisi usa le libere associazioni espresse in parole per far emergere i contenuti inconsci nascosti; ma l’inconscio si manifesta anche nei gesti, nei movimenti, nei lapsus e anche nelle immagini disegnate e colorate.