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UNITÀ TEMATICA N. 19
TEATRO
DI INTERAZIONE SOCIALE

Autore

Béla Balàzs

CHE COS'E' L'ARTE COLLETTIVA?
Domande ingenue con preghiera di risposta

da “Arbeitsbühne”, n. 4, 1929.

Inviato da Eugenia Casini Ropa

Che cos'è l'arte collettiva? - Semplicissimo: quando uno non fa qualcosa da solo per se stesso, ma molti collaborano ad un'opera; tutti inseriti in un piano, tutti subordinati a un'idea. L'arte collettiva nasce attraverso il lavoro collettivo.

Ma guarda! ...

Allora per esempio la catena di montaggio della Ford.

Là collaborano tutti a fare la stessa auto, nessuno lavora solo per sé (tutti per il profitto dell'imprenditore).

O no? Non è questo l'ideale socialista del lavoro collettivo?

Dove sta la differenza?

È forse possibile che uno porti a termine qualcosa da solo, eppure l'oggetto derivi da uno spirito collettivo?

 

Che cos'è arte collettiva? - Chiarissimo, gente! Una cosa che tutti fanno insieme contemporaneamente, dove il singolo, l'individualità, la persona sparisce come un mattone in una muraglia. Un solista ad esempio è individualismo. Anche un quartetto non è ancora la cosa giusta. Ma un'orchestra (una grande!), sì che è arte collettiva. Dove soltanto la massa assume una forma, dove la massa uniformata agisce come un corpo.

Il coro allora! Coro di canto, coro parlante, coro di movimento. Queste sono le manifestazioni dello spirito collettivo.

Ma guarda! ... Allora per esempio le parate militari dei reggimenti prussiani. Lì il singolo, l'individualità, la persona scompare (si può ben dire!). Lì la massa uniformata agisce come un corpo.

O no? Non è questa la manifestazione ideale dello spirito collettivo? Dov'è che tutto va così bene insieme?

Sì, può davvero un coro parlante o un coro di movimento ben addestrato essere talvolta proprio un tipo di arte-parata?

Non è l'esibizione di massa organizzata l'unica esatta forma d'arte del collettivismo? Potrebbero forse anche poche persone, o all'occorrenza perfino una sola ... Da che dipende?

 

Arte collettiva? - Sulla scena è lo stile l'unica soluzione. L'effetto generale dipende dal quadro d'insieme in cui i movimenti del singolo si dissolvono come una linea in un grande fregio. Ogni singolo è per così dire soltanto una macchia di colore in un dipinto, soltanto una battuta in un intero ritmo. Dunque stilizzare, stilizzare! Un gesto naturale, personale, spontaneo non è permesso; esce dalla composizione rigidamente geometrica del quadro d'insieme. Non è la massa che è importante in questo caso, ma lo stile uniformato.

Ma guarda! ... La più perfetta arte collettiva allora era l'antica opera-balletto. Le persone sempre composte in un fregio, il singolo soltanto una linea, una macchia di colore nel quadro d'insieme.

O no? Non è questo l'ideale socialista dell'arte collettiva? Sì, perché no? Se la stilizzazione unitaria dello spettacolo non è determinante e probabilmente nemmeno l'abito unificato (uniforme) degli attori, sarebbe allora possibile anche senza queste cose portare ad espressione lo spirito collettivo? Da che dipende?

 

Arte collettiva? - Si capisce: dove molti partecipano alle decisioni e nessuno detiene il comando. Quindi nessun dirigente e nessun regista! Si discute e si decide insieme; durante le prove si decide su ogni posizione e movimento a maggioranza.

O no? Sorgerebbero gravi difficoltà tecniche? È forse concepibile una sorta di disciplina, una dittatura volontariamente autoimposta

che si esplichi nell'ordine della totalità e nello spirito collettivo?

Come si realizza organizzativamente e tecnicamente?

 

Arte collettiva? - È semplice: arte di massa.

È davvero così semplice? Arte di massa significa sempre arte della massa?

Milioni, un intero popolo di schiavi ha costruito le piramidi d'Egitto con cui i faraoni volevano immortalarsi. Questa era l'arte dei re o l'arte della massa? Un singolo ha composto una volta un canto rivoluzionario e milioni di proletari lo cantano, perché esprime i sentimenti, i pensieri di un'intera classe. Questa è arte della massa? È arte collettiva?

Nella vera arte collettiva avviene che il singolo annulla del tutto il suo carattere personale, particolare sciogliendosi nella massa? O avviene che lo spirito della massa entra a tal punto in lui che anche i suoi sentimenti e i pensieri apparentemente più intimi vengono determinati dallo spirito e dalla volontà della massa?

Si fa scomparire l'uomo nella massa o si fa apparire la massa nell'uomo? In quale dei due casi si ha una diminuzione e in quale una elevazione dell'uomo? O queste due forme non sono poi fra di loro in contrasto così stridente? C’è forse una opposizione dialettica che porta a una terza e giusta forma dell’arte collettiva?

 

Vi preghiamo di risponderci!


Inviato il 23/07/2025