il nome di Rudolf Laban segna l’inizio di una nuova era nella storia della danza. Teorico e creatore, poeta e scienziato, studioso e artista, Laban imposta il suo lavoro coreografico che non potrà mai essere dissociato dalla sua attività sistematica di elaborazione concettuale del movimento. Laban mira essenzialmente a una spiegazione del movimento in termini razionali; ma affronta questa problematica da poeta, da coreografo attivo e operante, ponendosi, di volta in volta, di fronte a interrogativi e a risposte che trovino anche una realizzazione sul piano pratico. Laban giunge a definire la significatività del gesto mediante la classificazione dei movimenti in centrifughi (dal centro verso la periferia, gli arti) e centripeti (dagli arti verso il centro, il tronco), distinguibili attraverso quattro condizioni che li rendono manifesti: l’uso di una particolare zona del corpo, la zona che si muove; la direzione del movimento del corpo nello spazio; il ritmo di sviluppo della sequenza motoria e il tempo in cui viene eseguita; la posizione degli accenti e l’organizzazione delle frasi. Grazie a Laban, la nuova danza del Novecento costruisce la propria teoria, dando fondamento sistematico alla pretesa di riflettere il senso stesso del vivere pratico e interiore. La danza è trasfigurazione del movimento, che nel suo realizzarsi conserva il senso pieno di quella concretezza che ne costituisce la fonte.
PER APPROFONDIRE. R: Laban, L’arte del movimento, Ephemeria, Macerata 1999; R. Laban, La danza moderna educativa, Ephemeria, Macerata 2009; J. Newlove, J. Dalby, Laban per tutti, Dino Audino, Roma 2008. V. Maletic, Rudolf Laban. Lo sviluppo del suo pensiero in movimento, Dino Audino, Roma 2023.