La riflessione che segue, deriva dall'osservazione nei primi anni '90 del fenomeno associato a comunicazione, migrazione, ricomposizione affettiva.
In quegli anni, a Torino vi era un esteso e poco visibile mercato di schede telefoniche internazionali, per aree specifiche, emesse da Società di capitale totalmente sconosciute a me, in Italia.
Un mondo parallelo, specifico e molto diffuso che rispondeva alle necessità profonde di ri-collegamento tra persone e comunità d'origine. Una necessità che fonda su basi affettive e tipicamente umane.
Comunità e libera circolazione delle persone, migrazioni, caratterizzano intimamente l'umanità fino alla sua descrizione biologica di specie.
Dialetticamente queste due caratteristiche coesistono nella definizione dell'umanità, della storia, della diffusione umana sui territori, dello stabilire, evolvere e disgregare talvolta, le relazioni con l'ambiente che costituiscono le basi culturali e le identità sociali delle diverse comunità.
Tale dialettica, aggregazione e apertura, tra comunità e migrazioni è senza eccezione corroborata dalla comunicazione: individua la comunità nei momenti della sua trasformazione collettiva. I processi di comunicazione, le rappresentazioni simboliche e le narrazioni sono pertinenze di un'istanza politica, biologica, primigenia, umana.
L'attualità delle trasformazioni a livello globale e non solo, le analisi storiche, le forme della politica, la fenomenologia delle società dello spettacolo, lo sviluppo delle tecnocrazie, dovrebbero orientare in ogni campo lo sguardo sulla forte centralità della comunicazione, sulle sue forme, sulla diffusione dei dispositivi, sulla circolazione delle informazioni...
Questi elementi sono capaci di determinare un forte impatto culturale, etico e persino etologico sempre in chiave sociale, collettiva.
La cultura stessa è archetipicamente legata a doppio filo con la comunicazione, la capacità di trasmissione dell'immateriale per l'immateriale.
La sottrazione della comunicazione alle libertà fondamentali della persona produce evidenze molto significative: il serrato abbraccio di interdipendenza tra la politica e l'economia, la società e il mercato, la politica e il governo. La violenza collegata alle pene giudiziarie più dure che sottraggono alla persona ogni possibilità di comunicazione. La negazione di una libera circolazione delle persone...
Riconoscere alla comunicazione una valenza primigenia nella tutela dell'umanità significa, immediatamente, riaprire questi temi e ridefinire i principi fondamentali e universali dell'umanità.