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Prefazione
di Luigi Lombardi Vallauri
In un contesto di trionfo e crisi dello stile di pensiero e di vita ‘Occidente moderno’: stile verso cui arrancano a miliardi gli esseri umani di altre culture e tradizioni compresi gli occidentali rimasti indietro, obsoleti; in un contesto che può sembrare, a un pessimista non irrealistico, di scelta obbligata tra neofondamentalismi fanatizzanti e pensiero unico banalizzante, una ‘causa comune’ come la Costituzione italiana, a sua volta inserita nell’architettura costituzionale europea e transeuropea, si offre come un riferimento, come un faro, al quale guardare con motivata fiducia da prospettive e situazioni diverse, spesso anche conflittuali. Non saprei indicare né in una religione, né in un’ideologia politica, né in un sistema filosofico firmato una proposta altrettanto condivisibile di sviluppo umano.
Costituzione dunque. Ma almeno a tre condizioni: rispristino, interpretazione, integrazione. Ripristino: parti anche essenziali sono state corrose, ridotte al silenzio, tradite; occorre far rivivere la visione originaria. Interpretazione: la visione originaria, pur eccezionalmente illuminata, è tuttavia, su alcuni punti, necessariamente datata: occorre inverare il grande testo evolutivamente, più secondo la ratio ispiratrice che secondo la littera, in pochi casi limite correggendolo per renderlo più fedele a se stesso. Integrazione: certamente la Carta ha lacune, sette decenni di storia non tra- scorrono senza suscitare temi e problemi ai quali gli autori non potevano pensare.
Del triplice compito si fa carico, con questo libro insostituibile, Teresa Franza. È un libro pluridimensionale, in cui interagiscono, con la Costituzione e tra loro, gli universi di discorso della filosofia generale, della filosofia e teoria del diritto, del diritto costituzionale comparato, della storia e sociologia della contemporaneità, aprendo una del tutto inabituale vastità e varietà di orizzonti, con effetto pan-oramico. È un libro accuratissimo, di estrema coscienziosità semantica e logica, di sor- vegliatissimo rigore espressivo anche nelle attente creazioni verbali letterariamente brillanti; il vocabolario è ricchissimo: la pluralità degli universi di discorso e dei problemi affrontati genera biodiversità linguistica. È un libro che incorpora un’enorme quantità di lavoro: anni di dedizione completa, ripetute revisioni dell’impianto sistematico, reperimento infaticabile di materiali pertinenti: le 648 no- te, i più di trecento libri e saggi effettivamente studiati sono una miniera e conferma inesauribile.
Ma il pregio forse saliente del libro è che inquadra nella sintesi pan-oramica studi dei singoli temi che sono altrettante mini-monografie, ognuna capace di portare al centro di quel peculiare universo di discorso o di quel peculiare problema. Mi limito a citare il capitolo terzo sul mare magnum dell’interpretazione costituzionale per principii e valori e due trattazioni ‘casistiche’: il paragrafo II.5.3.2 su sessualità, genere e nuove famiglie, e ovviamente il grande IV.2 sui «dinosauri in estinzione» (gli articoli 7 e 8 in materia religiosa), che spalanca con motivazioni esaurienti la prospettiva osée della possibile dichiarazione di incostituzionalità di norme costituzionali, in questo caso per contrasto con il «principio supremo» di laicità, confermato anche dalle Carte europee.
Filo conduttore e contributo altamente originale del libro è il riferimento coerente di ogni singolo tema trattato al concetto di pléroma o pienezza dell’essere: concetto strategico che potenzia il personalismo originario della Costituzione e assorbe in sé, unificando e orientando, ripristino, interpretazione e integrazione. Sempre con scrupolosa attenzione ai rischi di arbitrio ermeneutico e alle esigenze imprescindibili della certezza del diritto e della tecnica giuridica.
Carlo Esposito in anni lontani ha assegnato al futuro interprete il compito di «dare una viva ricostruzione della vivente Costituzione italiana». Teresa Franza questo compito l’ha svolto. Io definirei volentieri il suo libro un trattato di diritto costituzionale per cittadini filosoficamente responsabili. Le honnȇtes gens nel senso molièriano dovrebbero non privarsi di una così istruttiva lettura.