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UNITÀ TEMATICA N. 9
LA DIFFERENZA DI GENERE

Autrice

Luisa Petrucci

COSA VUOL DIRE OGGI ESSERE FEMMINISTE?

Intervista all'autrice di Fernanda De Luca del Comitato Firenze Possibile Piero Calamandrei, 12 Novembre 2020.

 

Inviato il 26/12/2020




Cosa vuol dire essere femministe?

Perché in Italia oggi è più che mai importante  che ci siano delle associazioni come Libere Tutte?

E quanto conta la formazione sulle tematiche di genere fin dai primissimi anni di scuola?

 

Essere femminista, per me è, prima di tutto interpretare il mondo attraverso una lettura di genere in tutte le sue valenze, politiche, storiche, sociali, culturali.

Libere tutte, così come  altre reti, soggetti collettivi, associazioni femministe porta avanti questioni  di fondamentale importanza sulla autodeterminazione delle donne per quanto riguarda le scelte riproduttive, contro la violenza maschile sulle donne, per la difesa della laicità dello Stato.

Si muove verso due direzioni:

- da un lato ha un rapporto con le istituzioni, che negli anni scorsi si è tradotto in un tavolo regionale, in cui si sono affrontate le problematiche relative all'interruzione volontaria di gravidanza, ai consultori, alla laicità delle istituzioni, ottenendo buoni risultati come, fra l'altro, la contraccezione gratuita per le persone fino a venticinque anni, il ritiro di una delibera che assegnava un contributo a associazioni antiabortiste, l'approvazione di una delibera che permette l'interruzione della gravidanza nei consultori;

- dall'altro si collega con le altre realtà del movimento delle donne per iniziative di confronto, protesta, sensibilizzazione dell'opinione pubblica.

Per ciò che riguarda la formazione sulle tematiche di genere nella scuola dobbiamo registrare ancora una forte arretratezza. Fin dalle scuole elementari i libri di testo veicolano contenuti stereotipati e sessisti basati sul modello dicotomico maschio/femmina rigidamente imposto dalla società, un mondo popolato da valorosi cavalieri, scienziati, astronauti, padri severi, tutte figure  maschili vincenti,  che vivono molto nello spazio pubblico, e figure femminili quali madri, streghe, principesse, casalinghe felici, relegate a occupare soprattutto lo spazio privato.

E' indubbio che una formazione sulle tematiche di genere a partire dalla scuola dell'obbligo contribuirebbe a diminuire le forme di sessismo e di violenza sulle donne, oggi così diffuse.

 

 

Quanta importanza assume il principio della laicità dello stato per la costruzione di una società che tuteli i diritti delle donne?

Il principio della laicità dello Stato viene affermato in modo chiaro dalla nostra Costituzione e risulta essenziale per lo sviluppo della vita democratica e la convivenza civile. Quando viene meno si affermano integralismi di ogni tipo e sono le donne a pagare il prezzo più alto.

Per i fondamentalisti religiosi il corpo delle donne rappresenta un'ossessione, in quanto essi ne vogliono detenere il pieno controllo. Spesso quando si parla di fondamentalismi religiosi si pensa soltanto alla religione islamica, ma non è così: le religioni in genere, in particolare le tre grandi religioni monoteiste, negano la libertà di scelta su tutto ciò che riguarda il corpo delle donne, la loro sessualità, il loro orientamento sessuale  e, più in generale, l'autodeterminazione di ogni persona relativamente alla propria esistenza, al proprio corpo, alla propria sessualità.

Proprio per quanto riguarda la libertà delle donne in ambito riproduttivo, e in particolare per quanto concerne l'interruzione volontaria di gravidanza (disciplinata dalla legge 194/78), non vale ciò che è meglio per le donne, ma quello che è giusto secondo la dottrina  religiosa dominante (in Italia quella cattolica).

Papa Bergoglio, in continuità con i suoi predecessori, ha usato parole molto violente nei confronti delle donne che decidono di abortire  e nei confronti del personale sanitario che pratica l'IVG, parlando di “sicari in affitto” per uccidere. Inoltre è arrivato anche a paragonare l'aborto terapeutico  all'eugenetica nazista, definendo “nazisti con i guanti bianchi” coloro che praticano l'aborto sui feti malformati.

La cosa più grave è che la politica si muove in maniera subalterna  alle gerarchie ecclesiastiche, anche nel caso che prenda decisioni autonome: ad esempio, quando il Ministro Speranza aggiorna le linee d'indirizzo sulla IVG farmacologia, permettendo il regime ambulatoriale ed estendendo la possibilità di effettuarla entro la nona settimane, subito dopo si ha, a titolo di compensazione, da parte dello stesso Ministro, la nomina di Monsignor Paglia, consigliere spirituale della Comunità di Sant'Egidio, a Presidente della Commissione relativa alla popolazione anziana istituita da Ministero della Salute.

Altro esempio: nonostante la PANDEMIA e la carenza di personale sanitario, si continua a spendere milioni di euro per l'assistenza  spirituale cattolica negli ospedali,  fornita da religiosi pagati dalle istituzioni, di norma con assunzioni a tempo indeterminato nel ruolo degli infermieri, con contratti oppure con convenzioni.

 

 

Si può sostenere che una società femminista anti patriarcale sia al contempo anticapitalista e antirazzista?

Capitalismo e razzismo sono frutto di una società patriarcale, completamente dominata dagli uomini. Perciò, se il femminismo intende rovesciare dalle fondamenta tale dominio, affermando un'altra visione del mondo, deve necessariamente contrastare sia il capitalismo che il razzismo.

Va sottolineato che il razzismo s'intreccia strettamente con il sessismo, che risulta, in effetti, una forma di razzismo rivolta contro le donne.

Un femminismo che non prenda piena coscienza di come sia stato il patriarcato a generare sia il capitalismo che il razzismo e non voglia quindi affrontare tali temi, risulta inefficace e contribuisce a perpetuare il dominio patriarcale.

Angela Davis lo ha sostenuto, a partire dagli anni '60: l'impegno femminista, radicalmente femminista, non può che essere coerentemente anticapitalista e antirazzista, contribuendo così alla costruzione di una società profondamente diversa dall'attuale.