Vorrei fare alcune premesse, prima di descrivere i nove punti che pongo all’attenzione di rete@sinistra per la costruzione dell’agenda delle priorità:
- Sono felice di essere qui. Fare le cose con gli altri mi dà gioia perché la gioia nasce più come arco di un ponte tra due persone, che da quello che succede in ognuno dei due pilastri isolati. L’amore è il dono di ciò che non si ha, l’arco di corrente che mette in contatto. E’ la relazione che dà la gioia.
- Esistono due forme di democrazia, la democrazia della rappresentanza e la democrazia della competenza. Il deputato di Abbiategrasso deve essere un tuttologo, deve sapere tutto perché si è autoproposto e lo hanno votato. Ma per le competenze non è la stessa cosa. Non è antidemocratico che i biologi molecolari non siano tali per elezione popolare. Questo vale anche per i giudici, i medici e altre competenze. Il principio democratico maggioritario deve essere integrato dal principio democratico della competenza. Personalmente sostengo l’idea di un parlamento con due camere, una democratica-rappresentativa e una (per usare un termine di Platone) sofocratica.
- Sinistra e destra sono parole quasi vuote, sono concetti ottocenteschi obsoleti, nati dalla contrapposizione tra borghesia capitalistica e proletariato operaio. Oggi i problemi sono altri. L’importante non è se qualcosa è di destra o di sinistra, ma se è giusto o sbagliato.
1° punto.
La difesa della Costituzione (anche a costo della vita, quando necessario)
In particolare per quanto riguarda i diritti civili e politici e i diritti economici, sociali e culturali, secondo l’intitolazione dei due grandi Patti ONU del ’76, di cui quasi nessuno sa che sono diritto positivo italiano utilizzabile in tribunale.
Guardo la realtà in cui vivo con profonda gratitudine perché noi siamo ontologicamente meravigliosi e perché viviamo in un ordinamento politico-giuridico meraviglioso. Possiamo definire il nostro Stato costituzionale attraverso sei caratteristiche, straordinariamente preziose:
- è uno Stato di diritto,
- uno Stato liberale,
- uno Stato sociale,
- uno Stato democratico,
- uno Stato non violento,
- uno Stato europeo,
perché ha recepito tra l’altro la Convenzione del ‘50, venuta prima dei patti dell’ONU, grazie alla quale la corte di Strasburgo giudica in base ai diritti umani i comportamenti degli Stati europei. Il nostro stesso ordinamento costituzionale è inserito in una rete grandiosa di ordinamenti giuridici, sia europei (la Convenzione del ‘50, la bozza di Costituzione europea, la Carta di Nizza, il Trattato di Lisbona), sia ONU (i due patti già ricordati), sia extra-europei, prima tra tutte, oltre i confini dell’Occidente, la Costituzione indiana. Ma sono cariche di significato anche le carte costituzionali di altri stati, le Carte islamiche, le Carte interafricane o asiatiche dei diritti umani.
2° punto.
I nuovi poveri e la solidarietà internazionale
Possiamo farne un elenco infinito. Io mi riferisco in particolare ai poveri in Italia - i precari, i licenziati, gli immigrati, le persone sole (i diciassettenni, i settantenni)- , ai poveri degli altri paesi, alle generazioni future. E’ improcrastinabile attivare la solidarietà internazionale, ridurre le disuguaglianze dolorose, scandalose, in termini di attesa di vita, sviluppo umano, sanità, risorse, nutrimento e reddito tra paese e paese.
Un ruolo di rilievo assume in questa direzione il volontariato internazionale, quello che Hawken chiama “Moltitudine inarrestabile” e che io vorrei poter chiamare il nuovo Gandhi, il protagonista politico innumerevole e unito della resistenza all’Impero. La sinistra deve trovare il collegamento con la realtà immensa dell’associazionismo già esistente, delle pratiche sociali già esistenti.
3° punto.
La laicità dello Stato e del sistema scolastico
La laicità riguarda soprattutto, oggi, le decisioni sul proprio corpo. La Chiesa gerarchica si è spostata dal dogma e dal rito, diventati improponibili, alle questioni connesse alla gestione del corpo: inizio vita, ricerca sulle cellule embrionali, procreazione assistita, eros, matrimoni omosessuali, testamento biologico, eutanasia, decisioni sul porre fine alla propria vita.
E naturalmente la laicità riguarda l’ora di religione cattolica nella scuola pubblica, il crocifisso nei luoghi pubblici, il divieto di erigere moschee, il Concordato, l’otto per mille riservato alle sole confessioni religiose e non ad altri enti benefici o culturali, la scarsa tutela della libertà d’insegnamento nelle scuole e università cattoliche e tutto questo genere di cose.
In ultima analisi la laicità riguarda il difficile nodo di come intendere la persona. Secondo me il vertice, il principio supersupremo del diritto italiano è l’art. 3/2° comma della Costituzione, là dove dice che la Repubblica “rimuove gli ostacoli al ” (in positivo: promuove il) “pieno sviluppo della persona umana”. Non la persona è per lo Stato, ma lo Stato è per la persona. Il nodo difficile è chi decide quale è il pieno sviluppo della persona: lo decide qualcun altro (per esempio il papa) o lo decide la persona? Lo Stato ti tutela perché sei persona; ma proprio perché sei persona, sei tu a decidere il tuo sviluppo personale, con il solo limite dello sviluppo liberamente deciso di tutti gli altri. Il principio di libertà è la regola, la negazione della libertà è l’eccezione. L’onere della prova è a carico di chi nega la libertà.
4° punto.
L’ambiente
Mi riferisco alle cose meravigliose aria, acqua, terra coltivabile, foreste e verde in genere, ecosistemi selvaggi, biodiversità animale e vegetale, paesaggio, cielo stellato, che devono essere protette dall’inquinamento, dal degrado, dalla distruzione, dall’occultamento, diciamo dallo sfruttamento schiavistico per fini riduttivamente antropocentrici.
Il concetto che emerge è quello di madre terra, oggi particolarmente vivace nei movimenti latinoamericani che si richiamano agli stili di vita delle popolazioni originarie distrutte o assoggettate dai colonizzatori cristiani e imperializzate dall’America del nord. Nelle tematiche ambientali c’è da trovare il collegamento con le teologie della liberazione, che si stanno riciclando in direzione ecologica.
5° punto.
Gli animali
Non è ancora abbastanza noto che la produzione massiccia di animali a fini alimentari genera una vera e propria emergenza planetaria da diversi punti di vista:
- etico (allevamenti intensivi, macellazione violenta, crudeltà che disonorano la specie umana);
- ecologico (degrado degli ecosistemi, riduzione della biodiversità, inquinamento dell’acqua e dell’aria in misura superiore a tutti gli altri fattori, compresi i trasporti e gli impianti industriali);
- aumento della fame degli esseri umani: il cibo utilizzato per l’alimentazione degli animali sarebbe sufficiente a sfamare tutta la popolazione mondiale povera, mentre nei paesi ricchi si diffondono patologie legate al consumo eccessivo di carne;
- forse ricadute negative anche economiche, dati i nessi palesi tra economia ed ecologia.
6° punto.
I beni non esclusivi
La crisi non è ancora abbastanza grave: abbiamo bisogno di più crisi, perché il modello di sviluppo occidentale risulta insostenibile se esteso a tutti gli uomini.
L’idea di sviluppo sostenibile è contraddittoria se lo sviluppo consiste nell’aumento lineare della produzione di beni esclusivi (i beni esclusivi sono quelli il cui possesso o godimento da parte di un soggetto esclude il possesso o godimento da parte degli altri). Non basta la giustizia distributiva voluta dalla sinistra se resta fermo il primato del desiderio dei beni esclusivi. Bisogna superare l’idea illusoria di sviluppo sostenibile con l’idea forte di decrescita felice, dove “decrescita” riguarda i beni esclusivi e “felice” i beni non esclusivi, cioè quelli che tutti possono godere senza nulla togliere agli altri e al pianeta: i beni del corpo (la piena salute, tutte le abilità), i beni della mente (le virtù, la cultura, la creatività, la contemplazione), i beni della relazione umana (i “noi” positivi, l’amore, l’amicizia). La sinistra dovrebbe diventare l’araldo dei beni non esclusivi.
7° punto.
La filosofia generale
Con pensiero laico si deve intendere non un pensiero di parte ma il pensiero solido, argomentato, intersoggettivamente verificabile. In tutti i campi, non solo scientifici ma anche filosofici: in ontologia (teoria dell’essere), psicologia (teoria della mente), etica (teoria dell’agire e del vivere), logica (teoria dell’argomentazione), epistemologia (teoria della validità e dei limiti della scienza). Le religioni devono fare i conti con questo pensiero e infatti sostengono di essere forti proprio su questo piano, perché sanno bene che tutte le volte che c’è contrasto insanabile tra religione e ragione perde la religione.
8° punto.
La cultura di massa
TV, computer e telefonini tendono a sostituire il mondo reale e la natura. La persuasione pubblicitaria impone il nuovo segno della croce: “Nel nome del cibo, del sesso, del look e dello shopping”. La mente sociale e individuale è sottoposta a sistemi di passivizzazione che la rinchiudono in una specie di Truman show non percepito. Il discorso sulla cultura di massa è talmente complesso che non può essere affrontato in forma sintetica. Va rinviato a incontri appositi che comunque dovranno tener conto di tutti i punti qui toccati.
9° punto.
Spiritualità e mistica
Sono convinto che esiste una mistica laica e che, almeno nei paesi ricchi, è necessaria come il pane. Costituisce uno sviluppo in profondità e in intuizione diretta della filosofia, della scienza, dell’arte, dell’esperienza di vita.
Attinge all’Oriente e all’Occidente. Non è solo una fruizione intima, ha portata politica, ecologica e perfino economica, orientando il desiderio verso i beni non esclusivi. Certamente sono falsi il luogo comune per cui non c’è mistica al di fuori delle religioni e l’altro luogo comune per cui il materialismo è di sinistra e la mistica è di destra.
Se dovessi evidenziare i punti che mi stanno più a cuore perché più trascurati sceglierei il 5 (animali), il 6 (beni non esclusivi) e il 9 (mistica laica).