Tutti gli esseri viventi per essere tali hanno bisogno di ricevere e utilizzare materia ed energia per poter crescere, riprodursi e cambiare continuamente durante le vite in coerenza con le modificazioni dei contesti diversi in cui si trovano. I cibi delle vite sono diversissimi: per le piante e le alghe fotosintetiche la energia solare è cibo e cibo sono le sostanze che si trovano nel terreno o nell'acqua. Per gli animali cibi sono altri esseri viventi come microorganismi , piante ed animali , visto che non hanno la fotosintesi. Noi umani per molto tempo non siamo stati diversi da altri animali e come loro ci spostavamo raccogliendo e mangiando via via animali, piante, batteri, funghi ecc. Come altri animali abbiamo poi usato strumenti per raccogliere, uccidere e mangiare esseri viventi ma a differenza dagli altri abbiamo inventato sempre nuovi strumenti per migliorare le nostre vite cercando cibi migliori, cuocendoli col fuoco, manipolandoli in tanti modi, conservandoli, scegliendoli ed addestrando animali come i cavalli, cammelli, elefanti per muoverci rapidamente, bere il latte delle femmine, ucciderli e mangiarli. Poi, circa 9000 anni fa ci siamo fermati, abbiamo utilizzato grotte come rifugio e scoperto che animali e piante si riproducono e moltiplicano. Per questo abbiamo iniziato la selezione degli animali e delle piante facendo riprodurre i migliori, creando razze animali e varietà vegetali diverse a seconda del luogo di origine. Si è scoperto così che gli esseri viventi lo sono solo se sono diversi all'interno di ogni specie perché così ogni razza o varietà riuscirà a sopravvivere e produrre in ambienti diversi. Inizia così l'era della agricoltura in cui gruppi di umani si erano fermati, avevano costruito rifugi, inventato linguaggi e religioni, comportamenti diversi da villaggio a villaggio, tradizioni e pensieri collettivi e quindi razze e varietà che permettevano una enorme variabilità di cibi, parte rilevante dei costumi, dei riti e delle culture delle diverse popolazioni diventate poi etnie. In quel periodo i contadini utilizzavano il libero scambio dei semi e degli animali domestici, comportamento che poi è cambiato con la nascita della economia monetaria e dei processi di selezione per la costruzione di nuove varietà e razze. Queste inizialmente mantenevano un buon livello di variabilità ma poi, con la rivoluzione moderna si é puntato a varietà omogenee geneticamente in questo modo imitando la nascenti industrie che producevano macchine cercando modelli unici vendibili dappertutto e quindi “ottimali”. Il tentativo di omologare sistemi viventi a quelli meccanici data dalla seconda metà dell'Ottocento ed è diventato nel XX° secolo, la base della “rivoluzione verde”, lanciata dalla FAO, che puntava alla selezione di varietà omogenee per ridurre la fame del Mondo. In realtà dal 1980 al 1995 la fame nel Mondo effettivamente diminuì ma poco dopo é aumentata di nuovo e in questo momento un miliardo e passa di esseri umani non ha cibo sufficiente. La ragione del fallimento è la omogeneità delle varietà nel caso di cambiamenti ambientali per cui si é ricorsi all'uso di chimica , meccanica ed energia ad alti costi pagando anche i semi delle varietà ai selezionatori per i “diritti di proprietà intellettuale” (IPR), poi diventati brevetti con la introduzione degli OGM alla fine del Novecento. La conseguenza di tutto questo é stata la produzione di poche varietà omogenee al loro interno e la riduzione di oltre l'80% della variabilità delle piante e degli animali domestici che ora ci manca per le conseguenze del cambiamento climatico. Ma il danno maggiore per gli umani viene dal controllo di tutta la filiera agricola da parte delle multinazionali, che è avvenuto contemporaneamente anche nel campo della sanità con le multinazionali farmaceutiche. In ambedue i casi la spesa per la ricerca di nuove varietà e razze o di nuovi farmaci si è ridotta mentre aumentano gli investimenti in pubblicità e il gioco in borsa che cambiano la economia classica in una economia virtuale. Ormai la economia è diversa dal significato del suo nome che deriva da Oikos ( ambiente) e Nomos ( legge) e dovrebbe essere la legge per la “vita buona” degli esseri umani. Purtroppo nel tempo si é passati del paradigma meccanico del Pianeta ( il cosiddetto “Antropocene” di Crutzen) a quello che chiamo il “Virtualcene” in cui non vige più la legge della domanda e della offerta di oggetti utili alle vite, e domina invece lo scambio di moneta virtuale e la imposizione,attraverso la pubblicità, dell'acquisto di materia sempre meno utile. In questo quadro il cibo è sempre meno il mezzo fondamentale per sopravvivere ma acquista valori virtuali dovuti a fattori diversi dal suo uso e questo soprattutto nei Paesi cosiddetti sviluppati che sono poi quelli in cui é più evidente la alienazione delle vite. Non é per caso ad esempio che in Italia la crisi economica abbia diminuito del 33% la spesa per il cibo mentre aumenta di giorno in giorno quella per i cellulari e per gli oggetti “cult”, droghe incluse. Sono nate per questo specifiche patologie alimentari definite da Laura della Ragione, che le definisce scrivendo: “I Disturbi del Comportamento Alimentare sono sindromi, legate a certe culture specifiche di alcuni paesi. Ne dobbiamo tenere conto per valutare la patogenesi e la diffusione di questi disturbi. Sono disturbi frequenti nei paesi ricchi e fortemente industrializzati: Europa occidentale, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda, Sudafrica, Giappone mentre sono assenti o molto rare nei paesi poveri dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina”. I disturbi sono di vario tipo e quelli più importanti sono la ortoressia, la anoressia, la bulimia. Per ortoressia si intendono regole rigidissime nella assunzione di cibo come quelle che derivano da una patologica paura di prodotti “non naturali” o non completamente aderenti a regole fisse legate a modelli culturali che ad esempio enfatizzano la magrezza usati in siti che propagandano comportamenti patologici, finalizzati al controllo del peso e danno consigli estremi su come dimagrire. Questi siti si organizzano spesso come sette, sorta di movimenti underground di giovani dove spesso si lancia un appello a dimagrire ad oltranza, come una forma di protesta e opposizione al mondo degli adulti. Naturalmente le grandi imprese che hanno a che fare con il cibo si approfittano del fatto che i diversi cibi non sono più solo appetiti per il loro sapore e valore nutritivo o perché fanno parte di tradizioni culturali e sono quindi “bandiere” delle comunità umane, ma perché sono “di moda” e la moda è influenzata dalla propaganda delle grandi imprese produttrici. Così mentre per un libro di Harry Potter più di un milione di persone fanno la coda, i formaggi locali saporiti e profumati delle nostre campagne vengono sostituiti da altri insapori ma con apposito marchio noto perché pubblicizzato. Così la imitazione dei comportamenti anglosassoni per gli alcolici che viene molto dai film e dalle televisioni si va spostando in Italia dove ora si beve sempre più birra e meno vino nonostante la tradizione. E ancora,come fanno gli americani da tempo, anche tutti i giovani italiani girano da un po' con bottigliette di bevande fortemente dolcificate che bevono a sorsi durante la giornata e stimolano il desiderio di altri prodotti analoghi con il pericolo di cadere in comportamenti bulimici. E' proprio nel nostro Paese, forse il più ricco insieme alla Cina di variabilità di piante ed animali domestici e di cibi derivati e custoditi dalle popolazioni locali che per millenni si sono modificate in armonia con gli agro-ecosistemi in cui sono vissuti, che è più evidente la transizione e sono più generatori di angoscia il cambiamento e la rottura delle tradizioni e contemporaneamente l'aumento di patologie alimentari arrivato più tardi che in altri Paesi. E' anche per questo e per la resistente memoria di una cultura fortemente legata ai cibi e alle vite, che in Italia abbiamo il dovere di riprendere le tradizioni culturali e difendere i cibi tradizionali come stanno facendo da anni Slow Food e le stesse organizzazioni contadine da diverso tempo.